Fuga dal Nord, il virus ci svela quello che siamo davvero
Decine, centinaia di persone letteralmente in fuga dalle zone del Nord Italia alla notizia dell’imminente decreto che ha limitato l’entrata e uscita dalla Lombardia e altre province.
Se ne sono dette tante su queste persone, e in gran parte chi scrive condivide: irresponsabili, incoscienti del pericolo che costituiscono potendo potenzialmente allargare il contagio a sud. E in fondo, diciamolo, questa nuova minaccia del coronavirus non fa che rendere chiare molte cose, fa cadere gli altarini, rivela quello che davvero siamo, e mi dispiace dirlo, soprattutto noi del Sud: buccazzari, come si usa dire da noi.
Perché, fondamentalmente, non abbiamo mezze misure: o ci innamoriamo delle città in cui ci trasferiamo, da Milano a Torino a Lugano, per andare oltre confine ma sempre in zone italofone, e allora,pur senza ovviamente dimenticare da dove veniamo, le facciamo diventare casa nostra; e, anzi, a quel punto cerchiamo di metterci del nostro, facciamo assaggiare ai nostri amici i nostri piatti, regaliamo i nostri prodotti, invitiamo gli amici a venirci a trovare, insomma, le viviamo pienamente, con tutti i loro difetti e le differenze, e ne condividiamo i destini.
Oppure, come succede a tantissimi, semplicemente le odiamo. Ma siccome, e diciamolo, siamo stati abituati fin da piccoli a mantenere l’apparenza, perché “pare male” dire certe cose, applichiamo alle città le stesse cortesie di forma, sostanzialmente false, che riserviamo a chi non ci sta simpatico ma non possiamo dirlo, salvo poi dirne peste e corna appena quella persona gira le spalle. E facciamo così con Milano, Torino, o qualunque posto: facciamo gli splendidi agli aperitivi, raccontiamo di quanto si stia male a sud, di come non funzioni nulla, facciamo vedere che non siamo terroni buzzurri, che noi a Milano ci sappiamo stare, ci piace stare: poi però, quando parliamo con mammà o con gli amici del paese, e non ci sente nessuno, giù a dire quanto fa schifo Milano, quanto sono fredde le persone a Torino, quanto fa schifo il cibo in Svizzera, e che giù è tutto più bello, e via così.
E alla prima occasione, al primo momento di difficoltà, si scappa, semplicemente, addio Milano, cavoli tuoi se hai il virus, arrivederci e grazie: nessun senso di responsabilità, nessun senso civico, zero solidarietà. La Milano, Torino, Lugano che abbiamo sempre vantato come il paradiso per farci belli improvvisamente è un posto pieno di lebbrosi da dove fuggire di corsa, perché noi facciamo quello che vogliamo, e tanto a Sud il virus non c’è perché ci sono il sole e il mare.
Il coronavirus sta svelando gli altarini, insomma, e chi è scappato nottetempo dal Nord non è imbecille, perché sa benissimo cosa fa: è, fondamentalmente, oltre che irresponsabile, altamente ingrato. Vi aspettiamo tutti al varco, quando tornerete agli aperitivi da noi poveri impestati: veniteci a dire quanto è bello stare al Nord.
N.B. Il presente articolo rappresenta solo l’opinione personale dell’autore

Da Roccalumera, trapiantato in Canton Ticino. Giornalista e blogger per GAS.Social, web designer, dentro fino al collo nel web e nella tecnologia.