Storia, arte e cultura
nella Riviera Jonica

La Riviera Jonica non è soltanto mare e spiagge: dalla costa fino all’entroterra il territorio è ricco di luoghi di grande interesse storico, artistico e culturale. 

Dai Greci ai Normanni, dall’antichità al Medioevo fino al secolo scorso, sono molte le testimonianze rimaste che rendono il comprensorio jonico un mosaico che unisce storia, arte e cultura. Chiese medievali, borghi suggestivi teatro di celebri set cinematografici, scavi archeologici e spazi letterari: nella Riviera Jonica il territorio racconta il trascorrere dei secoli e delle generazioni.  

Dalla Grecia alle spiagge joniche

Provenivano in gran parte da Calcide i primi coloni greci che approdarono sulle sponde joniche: era il 735 a.C., e sulle rive dello Jonio fondarono la prima colonia greca in Sicilia, Naxos, chiamata come l’omonima isola nell’Egeo, di cui rimangono le testimonianze nel Parco Archeologico e nell’annesso museo.

Dopo la distruzione, nel 403 a.C., ad opera del tiranno di Siracusa Dionigi, che punì la città per essersi schierata con Atene, nel 358 a.C. (secondo Andromaco) o nel 396 a.C. (secondo Diodoo Siculo) i superstiti occuparono alcune zone sul Monte Tauro, dove fondarono Tauromenion, oggi nota in tutto il mondo come Taormina.

Greca prima, poi ellenistica, infine romana: un susseguirsi di civiltà che la Perla dello Jonio racchiude nel suo monumento più celebre, il Teatro Greco, oggi sede di spettacoli ed eventi dallo scenario indimenticabile, fra le acque dello Jonio e il fuoco dell’Etna sullo sfondo. 

Medioevo, mummie e cinema

Salendo su, lungo la Val d’Agrò, si giunge a Savoca, un piccolo borgo la cui fama è divisa fra le testimonianze del passato, in particolare le chiese medievali, e la magia del cinema: qui, infatti, il grande regista Francis Ford Coppola scelse di girare diverse scene del suo capolavoro “Il Padrino”. È nell’ormai iconico Bar Vitelli, infatti, ospitato nel settecentesco Palazzo Trimarchi, che Michael Corleone chiede la mano di Apollonia al padre, mentre la location dove si svolge il matrimonio è la Chiesa di San Nicolò (XIII Sec.).

Ma Savoca non fu l’unico paese della Riviera scelto da Coppola per le riprese dei film della saga: alcune scene del primo e del terzo film, infatti, furono girate a poca distanza, nel comune di Forza d’Agrò, anch’esso di origine medievale, che dall’alto domina Capo Sant’Alessio.

Savoca, inoltre, custodisce un altro tesoro,  un po’ macabro: la cripta del convento dei Cappuccini, infatti,  racchiude un’ampia collezione di mummie risalenti al XVII secolo, appartenenti a notabili e religiosi ancora vestiti con i costumi dell’epoca, uno scorcio interessante dal punto di vista antropologico sull’antica pratica della mummificazione nel Regno delle Due Sicilie.

Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo d'Agrò

Tracce normanne

I Normanni, gli uomini venuti dal freddo Nord Europa e stanziatisi poi in Francia, conquistarono la Sicilia nel X secolo sottraendola agli Arabi e fondando un regno. Di quella dominazione restano tracce anche nella Riviera Jonica:  la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, nel comune di Casalvecchio Siculo, è una di esse. Costruita nel 1117 e rinnovata nel 1172 dopo un fortissimo terremoto che l’aveva danneggiata, è un fulgido esempio di architettura siculo-normanna, che allo stile normanno unisce elementi bizantini e arabi. 

Nel comune di Itala si trova poi una chiesa nello stesso stile, anch’essa dedicata ai due apostoli e risalente al 1063.

parco quasimodo

Un Nobel di paese

C'è un comune della Riviera Jonica legato in modo indissolubile alla figura del premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo: il poeta, infatti, era nato a Modica da una famiglia originaria di Roccalumera, dove giunse a pochi giorni dalla nascita trascorrendovi poi la giovinezza e ritornando spesso in visita ai genitori. 

Il Parco Letterario Salvatore Quasimodo, ospitato nella vecchia stazione ferroviaria, raccoglie le memorie della vita e dell'opera del premio Nobel, documenti, mobili, cimeli appartenuti a Quasimodo, tra cui la Laurea Honoris Causa dell'Università di Messina e lo studio della sua casa milanese. Nel treno museo, allestito all'interno di alcuni vecchi vagoni merci, è ospitata una mostra fotografica.